ANTHROJUSTICE
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Come usare il vademecum


Il presente vademecum è concepito come ausilio al lavoro dei giudici che operano in società multiculturali. Esso può essere letto integralmente dai giudici per avere una visione d’insieme di alcune delle più frequenti pratiche culturali che si pongono all’attenzione delle corti italiane e comparate e, successivamente, consultato di volta in volta leggendo la singola pratica culturale che si presenta nel processo.
Se il comportamento oggetto del processo risulta incluso tra le pratiche culturali del presente vademecum il giudice può leggere il “test culturale orientativo” compilato per il singolo caso culturale al fine di acquisire una conoscenza antropologica di base sulle caratteristiche, funzioni, valori sottesi al comportamento e una ipotesi di bilanciamento tra il diritto della parte a perpetuare il comportamento culturale e altri eventuali diritti in gioco. Il giudice può integrare la ricerca antropologica offertagli nel presente vademecum con l’ausilio di un esperto culturale; ugualmente rispetto ai diritti da bilanciare, il giudice può integrare la proposta di questo vademecum in base alle proprie valutazioni. 
Il vademecum non contiene tutte le pratiche culturali esistenti, essendo uno strumento esemplificativo, per cui l’assenza della pratica dal vademecum non significa che questa non esista e che le ragioni culturali addotte dalla parte non siano reali. Ogni qualvolta il giudice si trova di fronte ad un soggetto straniero è bene che verifichi sempre, anche se l’avvocato non ha sollevato alcuna cultural defense, se il comportamento oggetto di giudizio ha una qualche componente culturale.



Poiché alcune pratiche culturali sono diffuse presso più gruppi, nel caso in cui il vademecum non includa tali gruppi nella descrizione della pratica ciò può essere dovuto ad un limite della ricerca, per cui è necessario integrare l’indagine con l’ausilio di un esperto culturale di quel gruppo.
Il vademecum può essere usato anche come un modello per future consulenze tecniche d’ufficio (CTU) che il giudice dovesse richiedere: poiché spesso gli antropologi hanno necessità di sapere che tipo di informazioni il giudice vuole conoscere, il “test culturale orientativo” potrebbe costituire il canovaccio delle domande da porre al CTU.
Il presente vademecum non va usato come strumento definitivo, ma come accompagnamento alla decisione. In particolare, le domande del “test culturale orientativo” proposto e con cui nella parte speciale vengono presentate le pratiche non vanno concepite in modo assolutizzante: nel senso che devono avere tutte una risposta positiva perché la pratica culturale possa essere riconosciuta. È possibile che alcune domande del test non ricevano una risposta positiva e ciononostante la pratica culturale possa trovare riconoscimento. Inoltre, è possibile che il giudice integri le domande del test con sue valutazioni e con ulteriori domande, nel suo libero apprezzamento.




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