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Omaggio ai genitali del

​bambino

Approfondimenti giuridici

Di seguito si descriverà sinteticamente la giurisprudenza italiana e comparata sulla pratica culturale dell’omaggio al pene del bambino:
 
italia
Tribunale penale di Reggio Emilia (sent. 21 novembre 2012) assolve un padre albanese che ha baciato il figlio sui genitali come gesto di orgoglio paterno per assenza dell’elemento soggettivo in quanto, pur essendo l’atto indubitabilmente di natura sessuale, l’uomo l’ha compiuto per un motivo culturale.
Corte d’appello di Bologna (sent. 19 aprile 2017) conferma l’assoluzione, con una diversa motivazione, ossia adducendo che non solo non si ravvisa l’elemento soggettivo del dolo, ma che, addirittura, manca l’elemento oggettivo del reato in quanto il bacio è una coccola data allo scopo di ribadire l’orgoglio della procreazione.
 
Corte di Cassazione sez. III penale (sent. n. 29613 del 29 gennaio 2018,) annulla con rinvio usando questi tre principali argomenti: a) il riconoscimento di una scriminante culturale incontra il limite invalicabile dei diritti inviolabili della persona. «Il diritto, pure inviolabile… a non rinnegare le proprie tradizioni culturali, religiose e sociali» (punto 3.4. diritto) deve essere bilanciato con la libertà sessuale del minore; b) quest’ultima è stata violata in quanto il bacio interessa una zona erogena e, in base alla giurisprudenza della Corte, questo rende l’atto in sé invasivo della sfera sessuale del minore, al di là delle intenzioni soggettive del padre; c) l’esistenza della pratica culturale non è certa in quanto le prove culturali addotte dalla difesa – una dichiarazione, peraltro non autenticata, della Prefettura di Vlore – non nominano il bacio, ma soltanto carezze e in questo caso ci troviamo di fronte ad una vera e propria fellatio. Inoltre, l’esistenza della pratica è smentita in Albania, visto anche che il codice penale albanese (art. 100 ss.) prevede il reato di abuso sessuale.
 
Corte d’appello di Bologna, nella sua qualità di giudice del rinvio, ha emesso una nuova sentenza il 16 maggio 2019 nella quale ha condannato il padre per il reato di cui all’art. 609 quater – atti sessuali con minorenne – a 2 anni e 8 mesi di reclusione e al risarcimento del danno da liquidarsi in sede civile.
​
germania
24 maggio 2020, Regional Court Hamburg assolve un padre bulgaro di origini rom che aveva accarezzato il pene del bambino in una video chat di internet, riconoscendo la mancanza di intento sessuale a seguito della perizia culturale presentata dall’antropologa Harika Dauth, del Max Planck Institute di Social Anthropology, Halle.
svizzera
Nel 2021 una procuratrice pubblica del Ticino archivia il caso di una madre della Repubblica dominicana che aveva toccato il pene del figlio di 10 anni come pratica di orgoglio materno.

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